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Più rapido il processo di ricollocazione, ma la pandemia ha penalizzato donne e over 50

Migliora il tempo medio di reinserimento lavorativo dei candidati. È soltanto uno dei segnali di ripresa emersi dal Report 2021 di Uomo e Impresa, la società di Outplacement del Gruppo Umana che anche quest’anno ha realizzato un’indagine nazionale sul supporto individuale alla ricollocazione professionale. Non siamo ancora tornati ai livelli pre-pandemia (3,5 mesi) ma dal Report emerge che il processo di ricollocazione è più rapido: dai 4,6 mesi del 2020 ai 4,2 del 2021.

L’indagine ha analizzato i profili delle persone coinvolte nelle attività di reinserimento lavorativo e consulenza di carriera svolte, di chi dunque ha perso il proprio lavoro e chiede un aiuto per ritrovarlo. Un anno di transizione quello trascorso, segnato dagli effetti di una pandemia che ha modificato molti degli equilibri consolidati. Rispetto al 2020, diminuisce del 12% il numero di adulti compresi tra i 40 e i 50 anni che cercano di reinserirsi nel mondo del lavoro. Cresce di 15 punti, invece, la percentuale di over 50, che nel 2021 raggiunge il 51%. Scendono dal 49 al 45% i candidati donna, che nel 2019 erano il 37%. Dal Report 2021 emerge dunque come siano gli over 50 e le donne ad aver risentito maggiormente degli effetti della pandemia.

Rispetto all’anno precedente, nel 2021 sono aumentati i contratti a tempo determinato (dal 51 al 63%), mentre sono diminuiti quelli a tempo indeterminato (dal 42 al 32%) e i lavoratori autonomi (dal 7 al 5%). Un altro dato rilevante, spiegano gli specialisti di Outplacement e career coach di Uomo e Impresa, riguarda il valore del nuovo impiego ottenuto: oltre il 60% dei candidati lo ritiene superiore o paragonabile al precedente. Un risultato positivo, in linea con il trend degli ultimi 5 anni.

“Il Report 2021 descrive un mondo del lavoro in profonda evoluzione, specie per gli over 50 e le donne, per i quali il processo di ricollocazione professionale è più complesso. A tutti i livelli aziendali si registra una rigenerazione degli equilibri – spiega Roberta Bullo, direttore generale di Uomo e Impresa. Questi cambiamenti, accelerati dalla pandemia, evidenziano la necessità da parte delle imprese di inserire nuove figure all’interno dei propri dipartimenti. In questo scenario, il tempo medio di reinserimento lavorativo è più rapido e i candidati sono in maggioranza più che soddisfatti dell’impiego così ottenuto. Un risultato raggiunto attraverso percorsi di coaching in cui le persone sono accompagnate durante l’intero iter di ricerca e indirizzate verso processi di riqualificazione, rafforzamento o costruzione delle competenze. In fasi così delicate della vita professionale, infatti, è importante farsi aiutare da chi conosce le aziende e le regole di un mercato in continua evoluzione”.

Hanno perlopiù un’età matura e sono in prevalenza impiegati (42%), seguiti da quadri (24%), dirigenti (18%), operai (16%), i candidati che si sono rivolti a Uomo e Impresa per riprendere l’attività lavorativa. La loro area di provenienza va dalla Produzione (42%) al Marketing (16%), dalla Supply Chain (12%) all’Amministrazione, all’Operation e all’ICT (tutti al 10%).

Complessivamente, si rileva una forte coincidenza tra i settori professionali delle esperienze lavorative pregresse e quelli di ricollocazione: del 39% dei candidati che provengono dal settore Metalmeccanico, Impianti, Macchinari, Elettronica, il 30% mantiene lo stesso ambito lavorativo. Anche per il settore Tessile (Abbigliamento e Calzature) le due percentuali sono confrontabili: 27 e 18%. Lo stesso vale per i settori Chimico, Farmaceutico, Petrolio (14 e 14%), mentre cresce il numero di candidati reinseriti nel settore Commercio (dal 7 e 16%).

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